Ho avuto il piacere di conoscere Lucy Carletti circa due anni fa, durante una riunione di BNI. Solare e gentile, mental coach e trainer aziendale, sportiva e mamma, con esperienza ventennale nel settore formativo, persona predisposta all’aiuto ed empatica: quando mi ha chiesto di scrivere per lei i contenuti per il suo nuovo sito web, io ho voluto che i testi spiegassero queste sue caratteristiche, che sono l’asso vincente che la fanno risaltare rispetto a tutti i suoi concorrenti.
Ho scritto anche i testi per le sue newsletter, vari comunicati stampa e altri scritti necessari per la sua attività; tutti gli strumenti hanno seguito la stessa linea editoriale.
Come si realizza un buon copywriting per una mental coach?
Per essere una buona professionista, una mental coach deve padroneggiare molto bene la lingua e sapere l’effetto che le parole hanno sugli interlocutori. Oltre a questo, Lucy è ben cosciente di come una persona può muoversi, di cosa implicano certi atteggiamenti, dell’importanza del tono della voce, di quanto influente possa essere uno sguardo.
In questo caso, la mia maggiore difficoltà nel realizzare un buon servizio di copywriting è stato di voler trasferire su carta tutto il suo ampio e strutturato linguaggio paraverbale e non verbale. In questo caso vengono molto in aiuto gli aggettivi, perché fanno immaginare e definiscono e gli avverbi, che danno una cadenza e scansionano tempi e luoghi. Ho scritto frasi non molto lunghe, con scarna punteggiatura. Inoltre, ho scelto di utilizzare un tono di voce dello scritto solare, semplice ma diretto, perché è quello che meglio rappresenta Lucy Carletti.
Chi sono le persone che leggono i testi di una mental coach?
Il target di riferimento della mental coach Lucy Carletti è molto vasto: sicuramente sono imprenditori, manager e professionisti, che rappresentano la fascia più ampia della sua clientela, non mancano però anche singole persone interessate alla professione di mental coaching; una parte riguarda anche le persone che conoscono direttamente Lucy, ma che la vedono sotto forma di benefattrice attraverso l’associazione senza fini di lucro che ha fondato.